e che in ogni generazione, cioè in 30 anni, moiono in Inghilterra nelle carceri centocinquantamila prigioni, cioè cinquecentomila in un secolo. Ciò fa orrore, ed avverte chi scrive che doppo questo fatto non è permesso censurare il numero grande degli uomini che appresso gli altri popoli soffrono rinchiusi nei conventi. Il marchese Beccheria nel suo libro Dei delitti, e delle pene par. 34 parla della riforma che generalmente averebbero di bisogno le leggi contro i debitori, ed io ne convengo, ma dico di più che a Londra questo è più necessario che appresso di noi, perché qua vi sono dei provvedimenti lodevoli, acciò un creditore inumano non ritenga carcerato il suo debitore o inutilmente, o capricciosamente. Si biasimano le cose nostre perché si vedono intrinsecamente e si sentono, si lodano quelle degli altri, perché si mirano superficialmente, e non ci toccano.