tavole della situazione della mia anima, delle sue malattie, delle sue circostanze. Più esatte potrei farle, ma diventerebbero una pedanteria. Per esempio potrei fissare una cifra alla noia, all'ira, alla libidine, all'allegrezza, alla devozione, a tutt'insomma i diversi affetti, e segnare con questo mezzo tutti gli stati, e tutt'i passaggi da uno a un altro me ora per ora. Ma che pro?
Ho sentito dire di d'Alembert ch'essendo gran mattematico ha voluto affettare ancora una troppo estesa letteratura. Che vi è di male? È stato detto che gli errori ancora dei grand'uomini ingegnano, ed io amo molto di vedere come un grande ingegno sa pensare sopra tutti gli oggetti, o dello scibile, o delle attuali cognizioni, e ricerche di moda, e mi duole che disgustato dalla guerra fatta all'Enciclopedia, doppo i primi tomi, si sia ristretto a far solo gli articoli mattematici.