o Lunedì a dì 16 detto.
Tempo bello, ma rigido.
Io non trovo in me tutto quello che si ricerca per professare le lettere con decoro. Debole di memoria, languido d'immaginazione, poco atto a combinare, desidero più di fare qualche cosa di buono, che la sappia fare, e sento meglio la mia incapacità, che sappia porvi riparo, e sforzarmi a divenire più abile. Di qui è ancora che progetto molte cose, e che non so trarle a fine, che vedo con più estensione i soggetti di quello che possa raccogliere i materiali, e che mi scoraggisco quando sento non poter pervenire a quella perfezione che bramo. Si troveranno per questa causa molti fogli nella mia stanza, ma nulla di finito, e che mi contenti, e con questa confessione vedrassi che sono conscio della mia inabilità, e che conosco quanto poco vaglia, benché con sentimento duro, e mortificante per il mio amor proprio. Qualche maligno vorrà forse che al contrario mostri qui troppa ambizione. Se lo creda se gli piace.