nemico delle gratuite largizioni al popolo, e credo che i donativi che riceveva la plebe romana di grano, e di altro fossero una delle principali cause per cui decadesse l'antica virtù di quella repubblica, ed a carico di lei divenisse questa parte de' suoi, onde indebolita, e vile si lasciasse soggiogare dall'ambizione di pochi, e poi tiranneggiare dal barbaro dispotismo dei Cesari. La vera povertà merita di essere assistita, ma vera povertà non è quella di chi nulla vuol fare, di chi non si rende capace di un mestiero, di chi ha più vizi che guadagni ecc., ed i poveri di questa seconda classe doverebbero esser governati con una severità illuminata, non alimentati come i veri poveri. Tutto sia detto per dichiarare il mio parere in questa materia. Dicesi che il principe farà altre limosine,
ma di questo nulla ne so ancora di preciso, né mia intenzione è di schiarirlo per notarlo in questo luogo, ove intanto ho riportata la distribuzione del pane, in quanto che da questa ho preso il soggetto di scrivere le riflessioni che più volte mi erano venute in mente.