Dei delitti, e delle pene, che le Meditazioni sopra la felicità. Qua comparvero alcune settimane prima queste, che quello, e non ho saputo che altrove fossero stampati prima che a Livorno questi due opuscoli. La qualità della materia trattata nelle Meditazioni può aver fatto inciampare l'autore in qualche sbaglio, ma il censore con un vocabolario indegno esagera anche i piccoli nei, e non ha la sagacità di sapergli scoprire se non declamando. Vorrei accordargli ancora che si fosse ingannato ne' suoi pensamenti. Per questo? Se quelli che hanno torto dovessero essere avvertiti col frasario dell'annotatore si correrebbe risico che le dispute letterarie divenissero tanto fatali quanto le dispute politiche. Ma oggigiorno si trattano con più pulizzia due sovrani attualmente in guerra, e due litiganti un ricco patrimonio, che due letterati disputanti per l'oggetto più piccolo di tutto il vasto paese dello scibile.
Scandolosa reflessione per chi vorrebbe che le scienze migliorassero il cuore.Tempo vario, e un poco nebbioso.