ø Domenica a dì 17 detto.
Tempo assai ragionevole.
Sono stato in questa mattina a fare alcune convenienze, e della gita col padre Averardo Audrich delle Scuole Pie.
Questo è uno dei miei amici. Generalmente non sono molto amico dei frati, ma quando gli trovo uomini onesti gli stimo, perché nel resto sono più culti dei secolari, ed atti a rendere qualche buon servigio alle occorrenze, e ad essere un'ottima compagnia. Quindi è che qualcheduno sempre ne ho coltivato, ma fra tutti fin ora ho avuta particolare amicizia col padre Galletti casinense, e col suddetto padre Averardo. Il primo è in Roma presentemente e vi sta con molto credito, e con buone speranze, onde per questa lontananza non mantengo più con esso quella intrinsichezza che acquistai con lui mentre era qui lettore in Badia di Filosofia. L'amicizia col secondo è recente, cioè di circa due anni, e fin qui lo ritrovo uomo assai di garbo, e da contarvi sopra. Per di più ha molto talento. Dico per di più, perché questo non influisce nell'onestà degli uomini, per quanto ho fin qui osservato.