o Lunedì a dì 21 detto.
Il dì 16 novembre 1718 fu fatto dalla Congregazione dell'Indice in Roma il decreto di proibizione del Lucrezio tradotto in versi sciolti toscani d'Alessandro Marchetti o manoscritto o stampato ch'egli fosse, a motivo che alcuni fratelli del casato de' Legni essendo stati processati al tribunale dell'Inquisizione confessarono di esser divenuti atei per aver soltanto letta detta traduzione. (Giovanni Battista Nelli, Saggio di storia letteraria fiorentina del secolo XVII stampato in Lucca presso il Giuntini 1759 in 4° p. 74 e 75). Fino dal 1693 per altro era stata già detestata dal cardinale Cantelmo, Arcivescovo di Napoli, in un suo pubblico sermone (perorando contro i libri velenosi nominò "specialmente l'empio Lucrezio traslatato per arte del demonio in metro italiano pur troppo applaudito", Nelli loc. cit. p. 24) da lui fatto il dì 15 febbraio di detto anno in occasione della solenne abiura ch'erano per farvi Giovanni Andrea de Magistris, e Carlo Rosito speziale, i quali avevano in detta città insegnato l'ateismo.