Sono assai scontento delle mie circostanze perché nato libero, e divenutolo di più assai per tempo per la morte dei genitori, mi sono trovato imbarazzato in tutte le inquietudini di una famiglia per me fattizia a cui sto attaccato solo per gratitudine, e per apprendere troppo i mali della solitudine. Di più, bersaglio di una passione in passato, ed ora vittima dei riguardi, e della prudenza, ho risentito, e risento gli effetti dell'umor femminile nel volger dell'età più felice per questo sesso. Questi mali mi pungono più quando nelle giornaliere cose risento il peso di essi, e mi aggravano. Altri ne averei degl'intellettuali, o sieno mentali, ma perché scrivere con intempestivo sfogo i dolori del cuore, e non fermarsi ancora a dettagliare i momenti piacevoli nei quali siamo soddisfatti della nostra esistenza? Anche di questi ne ho, e per essere non potrei non ne avere.