autore, e chiunque abbia la vivezza dello spirito del medesimo averà nei suoi scritti del bello, del mediocre, e del cattivo. Ancora non so quello che ne giudichi la città, ma sarà meno giusta di me, perché non ama questo senatore, e lo rispetta più per timidezza, che per stima. I pochi suoi amici poi lo ammirano troppo. Siccome non posso qui entrare in dettagli così non posso dire tutto quello che vorrei per giustificare il mio sentimento, né accennare i luoghi che più mi hanno colpito. Fra questi è il principio dell'esordio, la morte dell'eroina ecc. È rimarcabile che dopo aver detto nell'esordio che non bisogna piangere, dipoi in fine parli tanto di lagrime, e di cordoglio cadendo in quel difetto che condannava come retaggio di umana debolezza. In fine vi è anche un'adulazione troppo ripetuta, e servile che dimostra l'ambiziose voglie dell'autore, cosa che ad onta del suo parlare dimostra in altre occasioni.