odio di chi la scrisse, che lo zelo. Fra le altre cose si pone in veduta che il senatore Rucellai aveva messo sotto il curatore suo padre, storia vera, ma che spogliata delle sue circostanze dà poca buona idea del contegno, e del rispetto di un figliuolo. Qualunque fosse l'impressione di questa satira, egli è certo che non fu atteso il sentimento di Rucellai, e che dalla medesima si vede che in gran parte aveva torto. A me sarebbe più piaciuta, se fosse stata più modesta, perché nell'aria con cui la cosa è portata non poteva mai riguardarsi come una replica, ma doveva sempre apparire una livida, e mordace censura. L'averla potuta paragonare con la scrittura del medesimo Rucellai mi averebbe dato più piacere, ma questa sarà fra le carte ministeriali.
Tempo nebbioso, e turbato con minaccia di neve.