che alla salute dell'ammalato, prescrive al nobile rimedi fievoli, e cauti, e nel plebeo dà mano ai più generosi, i quali estirpino il male, e la cagione. La seconda è la diversa maniera di vivere degli uni dagli altri, da cui dipende che non tutte le medicine in essi facciano il medesimo effetto. La terza è l'impazienza in cui sono i nobili di ubbidire ai medici, mentre i poveri si fidano affatto del medico, e si fanno di ogni suo cenno una legge. La quarta è che, concorrendo a curare i facoltosi più medici, più difficile assai si rende la cura per il poco accordo che trovasi nei medesimi, e per la scambievole soggezione che hanno fra loro. La quinta è la copia dei medicamenti che si adoperano per i ricchi, mentre ai poveri si somministrano più semplici, e facili, avendo ancora per loro costituzione meno bisogno di rimedi, o servendo rimedi più dolci. La sesta ragione è che gli operai sono naturalmente più disposti al sudore dei ricchi che vivono