che possono concepirsi come l'immagine dei piaceri, e dei dispiaceri. A ciascuno ne balza qualcheduna in mano senza poter contare questi anelli, e senza sapere se conduca ad un'altra, che sia composta di anelli di più basso metallo. Io appello all'esperienza di tutto il mondo pensante, e chiedo che mi sia insegnato il modo di prendere un sistema di vita di cui non ci dobbiamo pentire, o di entrare in un naviglio che non sia soggetto a burrasche, e che possa resistere alla durezza degli scogli. Mio sistema è stato di conservarmi una certa libertà, ma non per questo sono in stato felice. Il mio impiego mi getta in certi imbarazzi penosissimi che non posso descrivere, e che mi farebbero desiderare di non averlo mai accettato. Con tutto questo so che anche in un altro averei le mie spine, e che neppure una vita oziosa, e tutta a mia disposizione non sarebbe più deliziosa, onde mi rammarico meno della mia imprudenza usata nell'averlo domandato, ma non sento meno le mie punture, e la mia desolazione in