pietre. Chiamavasi Texte du sacre, ed era scritto in lingua schiavona a due colonne. Del medesimo ch'era benissimo conservato parla Pigniol de la Force nel suo Nuovo viaggio di Francia t. I p. 202 e nella Nuova descrizione della Francia ved. il Magazzino di Millin t. VI an. 5 num. 24 p. 459 e 460.
Io terminai la Vita di Arlecchino appunto quando dovevo cominciare a scriverla: tante cose tragico-comiche sono successe doppo la Rivoluzione da dar materia ad un romanzo più interessante, e più curioso di quello, che scrissi quanto l'Europa era tranquilla. Quante buffonerie potevo dipingere spruzzate di sangue, quanti quadri sentimentali, e ridicoli potevo colorire, quante allusioni