"Tu che mai fatto, il tutto sempre fai, / E ciò che festi già, reggi e governi, / Tu, sotto il di cui pie' fermi, ed eterni / Soggiace il tempo, il fato, il sempre, il mai. / Tu dai l'ombre alla notte, al giorno i rai, / Tu il mondo attempi, e il paradiso eterni, / Tu né visto, né scorto, e vedi, e scerni, / E né mai mosso, movi, e moverai. / Tu tutt'i luoghi incombi, e non hai loco, / Tu premi i giusti, e tu gastighi i rei, / Tu dai l'algore al gel, l'ardore al foco. / Tu te stesso in te stesso e vedi, e bei, / Tu sei, ch'io non conosco, eppure invoco, / Uno sei, trino sei, tu sei, chi sei".