Il mio baco antico è sempre rodente di filosofare, quantunque senza capitali, sopra l'origine delle lingue, e sopra l'indole loro. Mi ha dettate le annesse riflessioni scappatemi dalle penna senza meditarle. Io ben so quanto vagliono, ma sento che nelle mani d'altri potrebbero esser utili. Le deposito qui per questo, e la pigrizia mi trattiene da corredarle di prove, di osservazioni, di fioretti per farle più compatire. Sento ancora, che serbano della filosofia, e prestano delle viste nuove, per chi volesse lavorare con del giudizio, e con della critica. Ma per noi, tutto questo sarà perduto.
Cartiglio
Lingue. Si filosofeggia sull'origine delle lingue, si cercano quelle, che sono madri, e quelle, che sono figlie. S'indaga come andasse la faccenda nella confusione di Babel, e si dicono, e si pensano mille cose, che a notarle si empirebbero dei volumi in foglio. Monsieur de Brosses sono sopra trenta anni, che si è fatto onore col suo sistema, il quale porta i vocaboli altro non essere, se non tante piccole onomatopeie, delle cose indicate. Ma la stessa cosa aveva detta poco meno di un secolo prima il celebre Wallis professore di Geometria a Oxford in una sua Grammatica della lingua inglese¸ e da lui l'adottò il conte Magalotti come può vedersi nelle sue Lettere scientifiche, ed erudite lett. XX ove generalizza questo pensiero, che Wallis aveva ristretto alla sua lingua. L'idea è ingegnosa, ma non so se vera affatto. Trovo ancor nelle lingue molto di arbitrario, molto raccomandato alle pronunzie, e mi pare che gli etimologisti non abbiano preso un cammino sensato, e vero. Perché non fare un vocabolario di monosillabi, e cercare cosa significhino in qualche lingua? Perché non farne altri di due, di tre ecc., ed infine un indice di desinenze indicando a che lingua appartenghino esse? Perché non analizzare la pronunzia delle vocali, e poi quella delle consonanti, con i loro scambi, doppo avere analizzati gl'istrumenti della pronunzia medesima? Perché non fissare l'indole delle varie grammatiche, rilevando quello, che fra loro diversifichino nelle passioni, dei verbi, nelle derivazioni dei nomi, nell'uso degli adiettivi, degli ausiliari, delle particole ecc. Perché non graduare in serie nelle medesime lingue i derivativi? Perché non combinare una grammatica coll'altra, cercandone al possibile la corrispondenza, o la diversità? Perché non separare i verbi dai nomi, e segnare quelli, che nascono da essi, o quelli che ai medesimi danno essere? Perché non stendere un indice di voci simili di diverso significato in diverse lingue? Perché non studiare con filosofia il vero senso delle voci secondo l'uso? Perché non indovinare qual lettera prediliga ogn'idioma? Perché...?
Glossa margine sinistro
Perché non separare dalle lingue le voci forestiere sicuramente? Perché non distinguere in ciascuna lingua i vocaboli in serie di tempi? Perché non indagare la generazione dei dialetti in ciascuno idioma? Perché non compilare dei veri glossari delle voci disusate? Perché non comporre dei puri vocabolari di persone, luoghi, monti, fiumi per trovare in varie lingue delle corrispondenze, o di suono, o di significato?
Con delle grammatiche, e con dei dizionari un uomo condannato alla cella, o solitario per scelta, potrebbe occuparsi in simili ricerche innocentemente quanto un algebrista, un miniatore, un aritmetico, un torniaio ecc. Ecco di fuga additare delle opere nuove, novissime a chi non vuol vivere grattandosi la pancia in una sterile noia.