Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume XX (1792)

Volume Ventesimo » p. 4739v

capitale l'ha vinta sopra i poveri contadini, e sopra i proprietari.

Si è detto e si è detto bene che in Francia la corruzione dei costumi ha condotta la Rivoluzione del 1789. Or l'Inghilterra ancora è nel medesimo caso

. Potrei colorire un quadro di questa corruzione inglese, e negli scritti, e nei sentimenti, e nei costumi, ma serve rammentare un articolo dell'Almanacco di Gotha dell'anno prossimo 1793 p. 34 sopra il commercio delle femmine in quel regno, ove si notano molte vendite di mogli fatte per pochi scellini in questi due ultimi anni, ed in specie una de' 12 febbraio 1790 dai Maguilliers di Swadincola per due scellini di una donna abbandonata, che la

parrocchia doveva alimentare come povera. Dove la virtù è sì poco conosciuta un buon governo non può lungamente prosperare, ed un fermento vizioso deve produrre dei gran mali politici.

Nei fogli trovati alla Thuilleries vi era una lettera del re al vescovo di Clermont per sapere se potesse prender la Pasqua doppo aver sanzionato il decreto per la nuova organizzazione del clero, benché animo ecc. ed il buon prelato col consiglio d'altri vescovi replicava, che doveva dir prima [...] ecc. ecc. ecc. L'aneddoto dice assai.

Tempo coperto, ed umido, poi il marino ha rischgiarato il cielo.

ø A dì 28 detto venerdì.

Usure chinesi. Nel codice chinese compilato durante la generazione di Dgeus che regnava 1124

prima dell'era volgare riformato, e ripubblicato nel 1725 dall'imperatore Chun Yundgen, secondo la traduzione russa vi è un'antica legge, che dispone che "chi ha dato denaro a prestito può in virtù del suo contratto esigere dal debitore per ususra tre centesimi del capitale ciascun mese. Cesseranno le usure quando la loro somma eguaglia il capitale. Chi trasgredirà questa legge sarà punito con 40 bastonate, e quanto averà riscosso di più del permesso sarà riguardato come un

furto". Ed ecco il trentasei per cento per circa tre anni.

Un architetto di abilità fu Tommaso Guerrini a Milano, e autore di varie operette. Costui morì circa l'anno 1778 in concetto di creder poco. Cadde in ciò per ragione di un certo canonico, che si servì di 310 zecchini, consegnatili da sua madre in deposito, per fare dell'elemosine, per il che si ridusse alla miseria, onde Tommaso non seppe unire alla mancanza di giustizia, la carità del canonico, e protestò contro la di lui condotta, mentre il popolo, essendo già morto, lo riguardava per santo. Abate Comolli Bibliografia

Architettonica t. III p. 47 ove si riporta la testimonianza di ciò, e si notano le cose che stampò dal 1762 al 1773. Aveva il Guerrini della perizia anche nell'astronomia, ed in tutta la mattematica. Del resto non sono calcolabili le idde, che possono sconcertare la fantasia umana, ed ogni uomo è soggetto a perdersi nel laberinto degli errori per cause straordinarie.

Le passioni prestano forza al corpo pungendo i nervi. Questo possono tutti saperlo, ma non vi riflettono. La femmina, il giovane delicato soffre per l'amore incomodi, fatiche, che lo infiacchirebbero, se si trattasse

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di doveri, di religione. Il penitente si macera volentieri, l'avaro digiuna, corre, veglia, l'artifizioso si espone ai rischi, suda, aghiaccia, mentre per le cose di famiglia non può applicare, non può scomodarsi. La forza musculare è risvegliata dalle passioni, e questo giustifica la combinazione di due principi nell'uomo. Perché una sposa può andare al teatro, e non in chiesa? Perché vien meno ad una lunga messa, e non alla toelette? Perché l'offende lìodor di una rosa, e non il muschio, o l'ambra?

Tempo fosco, umido, rigido.

o A dì 29 detto sabato.

All'una e mezza doppo mezzo giorno è tornato di Pisa Sua Altezza Reale in buono stato di salute, e vi era molta nobiltà ad aspettarlo al Real Palazzo concorsa espressamente per non mostrar disgusto delle nuove leggi, e per dimostrare

una conservazione di giusto attacco alla sua persona, giacché il popolo ne' mesi scorsi spiegò tanta energia per lui. Questo popolo oggi è stato freddo, forse perché comincia a travedere, che dette leggi non vagliono a condurre le cose ove voleva, che in parte [...] a ferir lui stesso ecc. ecc. ecc. Io ho voluto mostrarmi perché sono un impiegato, che perciò deve essere più interessato al piacere, alla gloria ecc. del Real Padre, il quale è buono.

Sarà curioso il vedere che nelle nostre gazzette non si parla di Luigi Capeto, e del suo processo, mentre si annunziano le vittorie delle armi francesi

. Sarà curioso ancora, che il nostro almanacco non dia per l'anno prossimo conto dei sovrani di Europa per non parlare della Repubblica francese. Questo contegno neutrale ci salverà, ancor quando gli eserciti della Repubblica entrino in Italia? Lo spero. Ferdinando III ha per agente a Parigi il Favi fratello del mugnaio del Barco, che or val più di un duca, di un marchese, di un conte. Ma con tutto questo non vorrei in Italia francesi. Hanno visitato Napoli pacificamente non ostante ecc. ecc.

Finirono ieri le Novelle Letterarie fiorentine che cominciarono nel 1740 ed alle quali lavorò tanto il dottor Lami. In principio era una società di persone abili, che le compilavano, onde erano eccellenti. Poi decaddero degradatamente [...] [...] finché vennero in mie mani, in seguito in quelle del proposto Lastri, e finalmente in quelle dell'abate Rastrelli nell'anno scorso, onde appena potevano più soffrirsi.

Tempo bello nella mattina, poi si è irrigidito, e si è coperto.

ø A dì 30 detto domenica.

Usure giudaiche in Piemonte.Quanto i poveri sudditi sono malmenati! Esiste un libro raro col titolo Privilegi, e concessioni di Sua Santità R. M (?) e suoi antecessori a favore dell'Università generale

degli ebrei in Piemonte. Torino 1744 in folio.

Il primo diploma è del dottor Carlo del 1551 con cui sono ammessi gli ebrei a formare un corpo di società, mediante certe condizioni. Per quanto riguarda l'usure fu concesso il risquotere dai sudditi del Principe col pegno circa 39% e senza pegno 44 %. Questi privilegi erano per 10 anni, ma furono confermati da Emanuelo Filiberto nel 1551, 1561, 1564 ma il medesimo Principe nel 1565 estese l'usura maggiore anche ai pegni, e la condusse al 50 %. Fu ristretta questa usura dallo stesso Duca nel 1576 a poco più del 31,5 , ma poi nel 1578 fu ricondotta al trentatre ed un terzo

restarono le cose su questo piede fino al 1584 in cui chiesero gli ebrei col consenso del Duca Carlo Emanuele un diploma pontificio. L'ottennero nel 25 ottobre di detto anno, e furono approvati tutti gli antecedenti privilegi

. Non consapevole ancora di tale indulto il Duca ne' 27 dicembre annullò in gran parte le passate concessioni appunto nello stesso giorno 25 ottobre, ma poi restatone informato le rinnovò limitando però l'usura al 18 % per i sudditi, lasciandola sul piede del trentatre e un terzo per cento per i forestieri. Mosso forse da nuovo scrupolo il medesimo Principe nel 1586 chiese a Sisto V nuova approvazione delle usure giudaiche, e l'ottenne ne' 3 settembre col limitarle

al 15. Ma per nuova richiesta del Duca ne' 3 ottobre 1587 Sisto V concedeva a condurle al 18 come sono anch'adesso, benché l'interesse comune sia molto abbassato. Il segreto però di tutto questo è, che il Principe faceva pagare un tributo agli ebrei in corrispettiva dei loro privilegi di 1,5 % dei loro profitti, e valutate le spese dsi crede che il loro vero guadagno sia non il 18, ma il 10 % o il 12. Tutto questo è riferito da Giovanni Battista Vasco in un suo buonissimo libretto intitolato L'usura libera, risposta al quesito proposto da Giuseppe II Imperatore. Milano 1792, in 8° cap. 2 par, 88 e seg.

Tempo rigido, ed un poco coperto in molte ore.