Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume XVIII (1790)

Volume Diciottesimo » Diario » N n 18 » [Dal 23 novembre] » p. 3950v

perché niun uomo sta placido nel suo stato, volendo essere ciascuno un centro a cui terminino tutte le linee della pubblica felicità, non da cui partino delle linee, che alla felicità pubblica faccino capo. L'uomo per se stesso è inquieto, ed egoista, e la religione cristiana avendo santificata la carità, per un abuso religioso ha reso la povertà una professione onesta, ed ha persuaso i miserabili a creder tutto loro dovuto, senza essere arrivata ad abbassare l'orgoglio dei ricchi, che ingiusti tiranni di quelli non si vergognano di esserlo, insultandoli con il loro fasto, e con la loro superbia. Se queste due condizioni più si raccostassero, più assicurata sarebbe la felicità civile.

Tempo rigido, e turbato.