posteri, se le sue facoltà non oltrepassino la misura comune, così queste devono per lo più limitarsi ad una serie di azioni analoghe alla nostra condizione, talmente che quando ci siamo dedicati alle lettere altro esser non possono, che libri, scritti, componimenti. Ma poi? "E tu di vana speme ancor ti pasci, / E affannar ti vorrai, / Per lasciare a lettor de' libri a farci / Che non sian letti mai?" per servirmi di un pensiero di un poeta inglese. Non è questo il pensiere del savio. Egli scrive per studiare, o studia per scrivere all'effetto di farsi un bisogno di ciò che stima piacevole. E che lo sia mi appello a tutti gli studiosi, senza curare le irrisioni