il bello naturale, nella terza l'artificiale, o d'invenzione umana. In questo oscuro laberinto l'autore con passo facile spiega i suoi pensieri, e se lo faccia più felicemente degli altri non vo' deciderlo, contento di lodarne l'intenzione. Gioverà il leggerlo a chiunque sa riflettere, e v'imparerà ad intendere molti gerghi confusi delle belle arti, e molte teorie fallaci della filosofia, e del parlar comune. L'autore non si trattiene a citare ma corre con veloce passo nel suo viaggio senz'altra guida, che quella della sua ragione, e fissa che il "bello è quel che piace in ogni tempo, ed in ogni luogo" (p. 33).
Io non sono contento della mia salute.