Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume XVII (1789)

Volume Diciassettesimo » Diario » Q 17 » [Dal 20 luglio] » p. 3405

malissimo scritte, sono ancora oscure, confuse, e piene di sciocchezze, mescolate con qualche lume ricevuto d'altri.

Stimatissimo Signore giacché non ho l'onor di conoscere il signor Francesco Bartolozzi suo figlio autore degnissimo delle Ricerche istorico-critiche circa alle scoperte d'Amerigo Vespucci se non per fama e per avere imparato da lui nel 1783 (Ved. gli Opuscoli di Milano) che il succiamele sia per lo più una "produzione spontanea delle radici della ginestra, e non già uno sviluppo dei semi degli antecessori succiameli", e giacché ho veduto che nella difesa del padre Canovai uscita in luce ai giorni passati con molta approvazione di chi ama istruirsi niente s'insiste sopra molte cose il saper le quali può interessare la pubblica curiosità, io sarei a pregarla devotamente acciò in mio nome si degnasse interrogare questo gentilissimo letterato, onde se mai replicasse all'invitto religioso, voglia informarmi:

1. Perché doppo avere esaminati gli storici che hanno data qualche cosa di originale circa i fatti che riguardano le scoperte dell'America anteriormente al 1500 si ristringe a sindacare soltanto il padre Charlevois, Robertson, Tiraboschi, e Bandini, e non lo faccia a tanti altri che del Vespucci trattarono, e fra questi il dotto signor proposto Marco Lastri nell'accademica palestra suo valoroso competitore.

2. Qual sia il romanzo da cui Robertson trasse la sua storia di Carlo V (p. 57) mentre molti e fino il cuoco della locanda degl'inglesi mi hanno assicurato passar la medesima per classica appresso i suoi, e per quel pochissimo che ne so essendo uomo affatto ignorante non mi rammento di cosa che contradica assolutamente a quello che tanti, e tanti hanno scritto intorno a questo celebre monarca vissuto in Europa in tempi luminosissimi.

3. Perché vendichi Amerigo nel cap. 9 dall'ingiurie vomitateli contro dal suddetto padre Charlevois, e non si curi di ciò, che di lui ha detto Voltaire nella sua storia? Forse perché questo era filosofo onde va rispettato, quello gesuita, onde va calpestato?

4. Cosa voglia dire fare il "servitor domestico" alla p. 82 non sapendo se nel XV secolo usassero ancora i "servitori salvatici", e molto meno come la commissione avuta d'Amerigo d'invigilare in Spagna sopra la casa di commercio di Lorenzo di Piero Francesco dei Medici debba metterlo al pari degli uomini a livrea, o degli uomini neri che sono stati, e sono soliti di salariare i ricchi?

5. In che anno, in che paese il grano sia costato il sacco quanto sarebbe ora il valore di 7 zecchini, e su quali dati sia fondato questo calcolo gratuitamente supposto nelle note alla p. 81. Io per me so che anche i topi qualche volta sono valsuti più che non vagliono adesso i capponi, ma era tempo di gran fame.

6. Perché dica nelle note alla p. 160 che il Dizionario della Crusca sia "modellato sulla storia di Barlam, e Giosafat" ecc. quando solamente si è prefisso questo Dizionario di spogliare i semplici vocaboli dei libri scritti nel buon secolo, cioè quando i toscani scrivevano con frasi toscane qualunque cosa scrivessero? Se poi volesse mai una patente d'independenza dalle regole di scrivere in buon volgare lo dica pure il signor Bartolozzi, che ho modo di procurargliela da persone autorevoli, ma pensi che neppure lo stampatore Giuseppe Tofani risparmiò ad un galantuomo gli errori di lingua in materia non letteraria.

7. Cosa pregiudichi all'abilità in cosmografia di Sebastiano Munstero l'aver pubblicato un Saltero ebraico, greco, latino con note che fu solennemente anatematizzato (p. 89).

8. Qual sia lo stile di parole, e lo stile d'idee, che differenza passi fra questi due stili, e se un prosatore moderno possa scrivere mai col secondo stile o debba sempre farlo assolutamente col primo (ved. p. 144 in nota). Io ho alle mani un'opera importantissima Sopra l'ignoranza dei letterati, onde vorrei assicurarmi con quale stile debba distenderla per piacer al signor Bartolozzi. Per ora mi pare che le parole disegnino idee, e che l'idee non si possano esprimere col pennello. Forse sapevano farlo gli Egiziani con la loro scrittura geroglifica?

9. Se quel periodo fra gli altri alla p. 82 "giacché la sua famiglia (di Amerigo) non par ecc." sia scritto in stil di parole, o in stile d'idee, non avendo trovato chi me lo sapesse costruire e quante volte si possa ripetere una parola in una facciata di stampa in ottavo (ved. la p. 86) senza incorrere il biasimo dei maestri di Umanità.

10. Dove si legga che il colossale Ercole del cortile dei Pitti sia stato scolpito da Glaucia d'Egina sulle fattezze di Teagene di Taza (p. 146). Il signor Cambiagi che ristampa l'Antiquario fiorentino bramerebbe saperlo tanto più che vi legge scolpito il nome di Lisippo.

Doppo che il signor Francesco averà risposto categoricamente a queste dieci domande, io gliene farò altre dieci, e seguiterò di volta in volta fino a cento almeno. Il suo vasto sapere, la sua erudizione, l'amicizia che ha con tanti uomini sommi consumati in ogni sorta di dottrina mi assicura di ottenere da lui di assai pulita educazione fornito splendentissimi lumi di scienza.

Gli domanderò ancora quali libri di geografia, e quali carte debba possedere una biblioteca per porgere il comodo di schiarire il punto istorico della scoperta dell'America per consigliarne la compra ai biblioteclari della Magliabechiana in vece di quella di altre meno utili stampe.

Il suo libro profondissimo presenta tante nuove cose, che non sarà mai analizzato abbastanza da chi voglia stendere delle Ricerche istorico-critiche sopra qualsivoglia soggetto, per impararvi il metodo, lo stile, la forza di argomentare, di combattere gli altri, l'urbanità dell'espressioni, le regole dell'imparzialità ecc. ecc. Per questo, lo propongo oggi al Rettore dell'Accademia di Lagado intruendolo con mia lettera dell'importanza sua, e della necessità di farlo tradurre in lapuziano. Io sono intanto suo devotissimo servitore dalla mia capanna nel Prato delle Cornacchie il dì 1° dell'ottavo mese dell'anno indiano 3892887 J. G. R. M. O. R. A. X. Robertson

ha scritto un romanzo nella storia di Carlo V; il grano è valsuto nei tempi bassi fino a sette zecchini il sacco (e quando?); non si può nell'eloquenza usare lo stile animato perché i nostri costumi non sono quelli dei tempi d'Omero; il Dizionario della Crusca nulla vale perché si appoggia a Giosaffat, a Barlam, al Fior di virtù ecc. ecc. ecc. Nel cap. 15 ove però si dimostra che Amerigo fu il primo a seguire il buon metodo nel prendere la longitudine in mare gli farebbe onore se la materia fosse distesa