nei nostri Annali ecclesiastici num. 11 e 17.
Egli è fatto per togliere la continova mobilità delle settimane nel calendario, derivante dall'esser composto l'anno ordinario di un giorno più oltre a cinquantadue settimane. Per non togliere questo giorno all'anno, l'autore non lo conta in alcuna settimana, ma lo lascia isolato, e fuori di serie, conta cioè sette giorni fra l'ultima domenica dell'anno, e la prima dell'anno seguente, ed immagina l'anno ordinario di 364 giorni, interponendo un anno intercalare di cinquantatre settimane con levare un giorno al mese di ottobre, e con far uso di quelli di più degli anni bisestili per comporre questa settimana ogni quattro o cinque anni principiando dall'anno 1792, il quale entra in domenica, ed assegnandola