Giugno
Giugno 1788.
o A dì 1° detto domenica.
Tempo prima un poco turbato, poi sereno con vento.
Le vicine raccolte non si sperano abbondanti molto, e scarso sarà pure il prodotto della seta, perché scarsa la posta, conseguenza della penuria in questo genere dell'anno passato.
Comincia ad eseguirsi l'operazione dell'immaginario scioglimento del debito pubblico dalle due vicine cancellerie di Sesto, e Fiesole, e Galluzzo, ed io sono già compreso nell'ultima per un piccolissimo oggetto.
Ma si apprende sempre più essere per deteriorarsi la sorte dei creditori montisti, allontanarsi sempre più la facilità di compilarsi un nuovo estimo generale, ed i possessori dei beni di suolo restare sempre più esposti al rischio di nuove imposizioni nel futuro, oltre la perdita che farà il sovrano nel suo erario, perdita che un principe meno buono rigetterebbe, o rigetterà, in caso di bisogno, sopra i sudditi. Si aggiunga che resta canonizzata qualunque irregolarità, e disuguaglianza occorsa nel disegnare alle respettive comunità la tassa di redenzione, e di accollo, cioè delle spese universali fisse, e del dazio sulla terra, irregolarità, e disuguaglianze accadute sicuramente per confessione dei ministri, attesa la disattenzione, o l'imperizia di alcuni subalterni, che fecero i calcoli, e l'erroneità delle massime abbracciate dal senator Gianni quando eseguì l'operazione di render libere le comunità stesse negli anni addietro.