antecessori e senz'altri incoraggimenti ho fatto assaissimo più di loro, anzi quello, che mai essi fecero. Questa voce patetica m'insuperbisce non poco, ed onora il mio disinteresse, nel tempo medesimo che mi conferma, quello che già sapevo. È colpa questa mia ambizione? La perdonerei volentieri in tutti, la perdono adunque anche a me stesso, e mi presento con testa alta in faccia a quelle anime vili capaci di vendersi, perché non sanno stimarsi. Sono però modesto nelle prefazioni a detti cataloghi, e ne' miei discorsi per non perdere con un inutile fasto tutto il merito che ho. Non ho portato neppure per modestia questo lavoro al trono di Sua Altezza Reale ad onta dei consigli degli amici, perché se non ottengo cosa alcuna, voglio che mi resti il titolo del merito nell'aspetto più limpido, e più vero.