o A dì 18 detto martedì.
Giulio III sue monete fastose. Giulio III (Monti aretino) batté due testoni che di presente fanno ridere i sovrani.
Nel rovescio del primo vi è il Papa ginocchioni che prende le chiavi da San Pietro in aria, e il motto "Rerum tibi summa potestas". È dell'anno primo 1550. Nel rovescio dell'altro in sei righe è scritto "Gens et regnum, quod non servierit tibi peribit". Intorno ha una ghirlanda, ed è dell'anno terzo 1552.Galateo degli antichi. Anche gli antichi avevano il loro galateo. Niccolò di Damasco filosofo aristotelico che fiorì nell'ottavo secolo di Roma, e che per dirlo di passaggio scrisse la storia della propria vita (Suida) oggi perduta, lasciò un trattato Dei doveri ch'è bene praticare nel commercio della vita civile. È citato da Simplicio. L'abate Gedoyn lesse all'Accademia delle Iscrizioni una memoria (1718 vol. VI p. 208 e seg). Sopra l'urbanità, polizzia dei