e le nostre numerose accademie impiegherebbero bene le loro fatiche, volgendosi a questi oggetti. Ma esse vagano troppo in superfluità, e in non sensi. Molte dedicate alle Muse ci assordano con cattivi versi, molte destinate alle scienze ci confondono con nuovi vocabolari, e con nuovi sistemi. Molte occupate di agricoltura insegnano quello, che sapevano fare gli antediluviani. Sicché nelle loro voluminose memorie quattro quinti potrebbe cancellarsi senza scapito. Perché non piuttosto descrivere il presente, verificare il passato, esaminare senza sistema ogni regno, compilare le antiche cognizioni, combinare le verità scoperte, fare un deposito di altre per le generazioni avvenire? E per quelle di belle lettere, lasciando libertà a' giovani di provarsi nell'eloquenza, e nella poesia, non vi sarebbe