di quello, che non combinava con le sue idee, m'aveva dei meriti, e del sapere. Io lo conobbi un poco quando fu qua nel 1758 a compilare il catalogo delle gemme di Stosch per il di lui nipote monsieur Muzell,
che le vendé al re di Prussia, ma non ero in stato di contrarre amicizia con lui. Contengono queste lettere qualche aneddoto, ma non sono molti. L'abate Fea nella sua edizione della Storia delle arti del disegno t. I pag. VII non ha saputo lodare chi le ha pubblicate, ma il suo modo di pensare, se fosse comune, ci priverebbe di molte notizie letterarie, e di molte verità. Vero è poi che nello scorrere questi volumi ripensando al destino crudele, che trovò quest'uomo in una barbara morte, mi sono spesso sentito agghiacciare il sangue.