Pavia 10 agosto 1787. Copia di un decreto di Sua Maestà Imperiale comunicato dal Regio Imperiale Consiglio di Governo al professore signor abbate Lazzaro Spallanzani. Ha conosciuto Sua Maestà regolare, e fedele l'amministrazione in ufficio del Regio Professore, e Prefetto del Reale Museo di Pavia abbate Spallanzani, ed ha giudicato, e dichiarato con sovrano suo decreto essere del tutto insussistente l'imputazione al medesimo fatta di avere, o disperse, o sottratte alcune produzioni del Gabinetto di Storia Naturale, e però il Regio Imperiale Consiglio di Governo con tutto il maggior piacere gli comunica la relativa somma determinazione, e lo eccita a presentarsi in persona innanzi lo stesso Regio Imperiale Consiglio per sentirne da esso il sovrano aggradimento per gli utili, ed onorati di lui servigi. Essendosi poi colle disposizioni date da Sua Maestà riparata pienamente in faccia al pubblico la convenienza a torto offesa dell'abbate Spallanzani, vuole la Maestà Sua, che sia imposto perpetuo silenzio a questo affare, che ha cimentato l'onore di uno dei più illustri professori, ed anche la riputazione della Regia Università di Pavia, e del ragguardevole corpo dei professori. Pecci ex Consilio Guberni Castellini. Le disposizioni poi di Sua Maestà accennate in questo decreto sono relative al canonico Giovanni Serafino Volta mantovano già scolare, e poi subalterno dell'abbate Spallanzani nel Regio Museo di Storia Naturale. Le medesima si riducono a ordinare, che il detto temerario recusatore privato sia di qualunque impiego nella Università di Pavia. Riguardo ai professori padre don Gregorio Fontana, Scopoli, e Scarpa, i quali dopo intentata l'accusa hanno fomentato, e incoraggito il canonico Volta a maggiori diffamazioni, le quali essino stessi con tutto il maggiore impegno per le loro private passioni hanno divulgate per tutta l'Europa, col medesimo imperiale decreto vengono seriamente ripresi, e minacciati d'incorrere la sovrana indignazione se non useranno in questo affare il più rigoroso silenzio, e insieme si comunica loro la totale disapprovazione, che Sua Maestà in proposito dell'irregolare loro contegno ha formalmente dichiarata. Ed essendo stato il padre Fontana in massima parte l'autore, e il promulgatore delle surriferite diffamazioni, viene egli più degli altri due professori severamente ripreso.