di tante grazie? E tanti prodigi operati di generosità, e di costanza in tanti vecchi cadenti, e in tanti teneri giovinetti, coi patimenti dei quali tanti mari santificati ho, e tanti lidi? Ah queste sì, non è lecito dubitarne, queste sono voci di Dio. Tacete dunque o tepid'ossa d'Ignazio, tacete, e sperate" ecc. Ecco una sagace profezia. Altri squarci vi sarebbero da copiare, che fanno onore all'oratore, ma io mi ristringo a questo, che mi pare di penna maestra. Nelle Novelle nostre letterarie di venerdì scorso fu molto lodata questa orazione, ed io con l'autore di esse, devo unirmi a stimarla un capo d'opera fra le cose della Compagnia.