Volume Quattordicesimo »
Diario »
T 14 »
[Dal 23 agosto] »
p. 2682
o A dì 24 detto giovedì.
Non trovo chi spieghi meglio lo stato vero delle nostre ricchezze letterarie dell'abate Ennio Quirino Visconti figlio dell'abate Giovanni Battista succeduto a Winckelmann nella Prefettura delle Antichità di Roma. Questi adunque nella prefazione al volume secondo del Museo Pio Clementino dice
Cartiglio
p. VI. "La corruttela delle lettere accusa già il nostro secolo della sua indolenza per la lettura de' classici: né le scienze che tanto fioriscono possono assicurare i nostri posteri dalla barbarie, giacché sono ancor esse soggette ad esser rivolte alle sottigliezze, ed al frivolo, e così a dimenticare i loro oggetti reali.
Glossa margine sinistro
Andres Dell'origine de' progressi, e dello stato attuale d'ogni letteratura t. I cap. 16 p. 492.
Per reggerle nella loro carriera nulla di più a proposito, che la lettura degli antichi. Fu conseguenza della buona direzione che si dava alle ricerche scientifiche, se da minor numero di cognizioni ritrasser frutti maggiori di noi moderni. Noi sappiamo più di fisica, e siamo meno robusti, e men sani; più di morale, e i capi d'opera della legislazione son degli antichi; abbiamo scoperto un nuovo mondo, ed essi avean più oro, e forse più comodi, e più piaceri; abbiam più scienze, eppure abbiam lettere, ed arti tanto inferiori".
Lo squarcio è pieno d'alta, e sagace filosofia, e posso dire di più che