delle speranze, nell'entusiasmo dei desideri, non ascoltate la ragione, e forse ascoltandola diverreste troppo freddi, troppo inattivi. M'ascoltate voi stessi se sapete pensare. Da questo silenzioso ritiro né vi riprendo con fiducia d'illuminarvi, né v'insegno con pretensione, che alcuno mi ascolti, se mai getterà gli occhi su queste carte. Ripenso a me solo, di me e di voi poi rido, perché siamo tutti simili, lo siamo stati nel 1785, lo saremo nel 1786, cioè stolti, leggieri, incontentabili ecc. ecc. ecc. Tutti una volta però vedremo il vero, ci pentiremo, vorremo non aver fatte molte cose, e se mai "la ruota, il sasso, e 'l vorator grifagno / Non spaventan Gargillo, anzi ei disprezza / E la Giudecca, ed il gelato scanno,