A richiesta del signor Giuseppe Bencivenni già Pelli Direttore della Reale Galleria e Segretario della nuova Accademia delle Arti istituita in Firenze nel 1784 per la di lei solenne apertura.
Ode. Metro euripideo come nell'Ode di Orazio XVIII lib. II
"Al suon della minaccia / Desto dal sonno in cui giacea sepolto / Il Batavo si allaccia / L'elmo, e ricuopre la vergogna, e il volto; / Corre fremendo impavido / Della Schelda contesa in su la sponda, / E di catena pavido / Gli argini rompe, e le campagne inonda, / L'occhi-cerulee scendono / Cesaree squadre alla fiaminga terra, / L'ire de i re si accendono, / E s'inalza europeo nembo di guerra. / Nutre il Franco nell'animo / Vicine pugne, e le contese afretta, / Il Britanno magnanimo / De i ceduti trofei spira vendetta, / Nel batavico rischio / Il canuto Prussian sprezza la pace, / Spinge nordico fischio / Le russe vere, e ne paventa il trace, / Schiude di Giano il tempio / L'adriaca donna in bellicosi carmi, / Pende al paterno esempio / Il sardo regnator dubbio nell'armi. / Italia mia, ti lacera / Gente varia di leggi, e di favella, / E tu dall'ozio macera / Siedi a mensa circea straniera
ancella. / A morte già ti sfidano / Barbare torme, in cui valor non langue, / E il contrastato Eridano / Porta tributo al mar d'onda, e di sangue. / L'angui-crinita furia / S'agiti pure fra le risse ultrici, / Della materna Etruria / Non può tinger d'orrore i dì felici. / Leopoldo il saggio, amabile / Eroe di pace sul leon si asside, / Né Marte insaziabile / Gli osa contro vibrar freccie omicide. / Giove così rimirano, / Ove l'Etra è più puro, in numi in trono, / E intorno gli s'aggirano / La notte, i lampi, le tempeste, e 'l tuono. / Per lui baci si porgono / Pietà, e giustizia, e la virtù si onora, / L'arti per lui risorgono, / Ed il greco saper rinasce in flora. / Alme del sol nel vivido / Raggio temprate all'utile fatica, / D'obblio sprezzate il livido / Stagno seguaci della gloria antica; / Correte infaticabili / Di Buonarroti, e di Cellin su l'orme, / Vivano i marmi, e stabili / Spirin bronzi per voi morbide forme. / All'armonia settemplice / De i color, che han dall'ombre urto e figura / Imitate la semplice, / Corretta maestà della natura. / L'arduo sentier v'insegnano / Vinci, e Michel dalla robusta mano, / E ad emular v'impegnano / Il Sarto, il Cortonese, e 'l Volterrano. / Si vegga
il Gallo chiedere / Nuovi maestri, né insultar cotanto, / E sia costretto a cedere / Alla madre dell'arti il primo vanto / Dove ti lasci spingere, / Imprudente Talia, dal tuo furore? / Meco ritorna a fingere / Nell'antro dioneo versi d'amore". Di Labindo.