Ma fa poi nell'articolo 11 del cap. 4 un bell'elogio a Dante dicendo "Unus Dantes caeteris (poetis) videtur esse praeferendus in ideatione exemplorum, in mirificentia narrationis, in emolumentis reipublicae et privatae, in sapientiae utilitate, in imitationis ratione, solus elegantiae neglettus illi obest; quamquam apud vulgus tantum, doctissimi siquidem hunc minime in ipso desiderant". Questo opuscolo però indirizzato al celebre Naudeo è cosa breve, e che non ci fa conoscere il Campanella se non per un uomo di una mente infiammata. Egli attesta aver dedicato doppo il 1592 al Granduca Ferdinando I il suo libro De sensu rerum, ma pare che poi lo ritessesse in carcere in latino, e in italiano col titolo De sensu rerum et magia libri quattuor "quos Tobias Adamus edidit Francofurti anno 1618". Dicesi esser anzi la prima un'edizione di Francfort in 4° del 1620 e che altra ve ne sia del 1636 dallo stesso Campanella fatta a Parigi, e dedicata al cardinale di Richelieu.
Ma tanti hanno scritto di quest'uomo ch'è inutile che ne parli di più.