e dotto, ma un piccolo genio, e minuto.
Le annotazioni sparse negl'indici, e le avvertenze, lo dipingono troppo bene. Quivi allo scrupolo segna i consigli per custodire netti, e puliti i libri, e vuole che si guardino da mille accidenti con cautele anche meschine. Là sempre si lagna del Fontanini che affettatamente mostrò disprezzo dell'edizioni cominiane, perché i Volpi corressero nella loro ristampa vari luoghi dell'Aminta del Tasso nel 1722; biasima (p. 81) il formare corpi di libri di piccola mole, e ciò in occasione di notare i 42 volumi del Giornale d'Italia, e lo scrivere i nomi del possessore nella facciata dei libri (p. 88), narra lo strazio che un gatto fece ad un esemplare dello Stanleio (p. 202) avuto in presto, espone con l'esempio di certe sedie di paglia lavorate a Londra, il prezzo che ricevono le cose dalla singolarità loro (p. 211), e come gli restò a ufo un esemplare delle tragedie greche selette stampato da Enrico Stefano nel 1567 in tre volumi in 16° (p. 220) ecc. ecc. I segni