Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume XI (1783)

Volume Undicesimo » Diario » E 11 » [Dal 17 febbraio] » p. 1950v

ø A dì 18 detto martedì.

Tempo molto bello.

Non sono molto contento di me, e perciò non so scrivere cosa, che lo vaglia.

ø A dì 19 detto mercoledì.

Tempo simile, ma un poco fosco.

Sto meglio.

L'abate Lanzi scrive sulla lingua etrusca, e crede di scoprire un mondo nuovo, e di aver ragione ne' suoi pensamenti. Pochi gli daranno retta, doppo aver avuta la pazienza di leggere quello che scriverà; molti lo compatiranno

con desiderare che impiegasse meglio il suo studio; e molti ne rideranno. Ancor non è tempo di saper troppo di vero delle cose etrusche. Per l'antiquaria non bisogna esser fanatici, ma è giusto stimar solo quei pezzi, che interessar possono le belle arti, o che possono illustrare, spiegare, confermare quello che si legge negli antichi classici. Fuori di ciò gli antiquari s'imbarcano per il mondo dei sogni, e si fanno soggetto di commedia assomigliandosi al conte Anselmo del Goldoni, tanto più che il secolo è un poco nauseato di questi studi, e che si vuol qualche cosa di più utile, o di leggieri secondo la vocazione di quelli che leggono, o danno il tuono nella letteratura.