di Agostino Caracci singolare, il quale tre periti stimarono 25 zecchini, e mi fu rimessa fra le altre la curiosa anonima descrizione, che ripongo nella Filza VII giornaliera al num. VII. Venuta a Firenze la pittura è stata trovata essere un bozzetto scorretto, non finito, e di deboli tinte, onde non mi sono potuto persuadere che meriti di essere acquistato per la Real Galleria, come mi lusingavo, ed avevo proposto. Io dico poi che se l'opera non era un poco oscena non riscaldava tanto l'anima dello scrittore, e che con tutta la sua mediocrità, sarà venduta a qualche ricco forestiere il quale li parrà di aver acquistato in Italia un prezioso tesoro, e vanterà fuori la nostra balordaggine nell'averlo lasciato scappare. Povero uomo! Vorrei che ciascuno a sangue freddo potesse leggere la descrizione accanto al quadro per riderne di cuore.