tomi dieci in 8° con la data di Ginevera 1780 più un atlante di 50 carte, ed alcune tabelle. Doppo quel molto che ne scrissi nel 1773
assai potrei aggiungere perché l'autore l'ha condotta più avanti, e l'ha accresciuta di squarci eloquenti, e patetici stesi con penna di fuoco. Il suo piano però è sempre il medesimo. Il pubblico devoto se ne scandolezza, il pubblico filosofico ammira il suo zelo, qualche savio averebbe voluto che declamasse meno, e che insegnasse con meno fanatismo. Resterà quest'opera? Non lo so. Ha molte cose buone, ha molti squarci subblimi, ha molte notizie interessanti, ma che per la troppa precisione cadono in sospetto, ha dei voli altissimi, ma dispiacenti, onde non entrerà mai in tutte le librerie. Mi si dice che il ritratto che porta in fronte non sia molto somigliante, che l'autore nella compagnia parli troppo, e troppo si stimi. Comunque