ø A dì 23 detto venerdì.
Tempo un poco fosco, e turbato.
Un letterato non può esser cortigiano. Questa è una tesi che saprei difendere con le autorità, e con gli esempi, ed io stesso sento, benché non possa considerarmi per uomo erudito, quanto sia male adattato ad un'anticamera, ed a palpare con adulazioni e bassezze il favore di un grande, e di un potente. I letterati avvezzi ai libri non si sanno staccare dai medesimi per una possibilità, e per una speranza. Sogliono avere dell'orgoglio onde non possono facilmente rispettare l'ambizioso che non ha merito, né virtù, e che si appoggia solo sul favore. Disattenti, e infingardi quando devono lasciare i libri portano dipinta la noia sul volto, o il disprezzo se sono condannati a corteggiare quelli che non stimano. Sempre assorti nelle