Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume VI (1778)

Volume Sesto » Diario » D 6 » [Dal 13 febbraio] » p. 921v

ed alla limosina, ed era un carattere dolce, e pieno di vera umiltà. Che diversità di persona fra lui, ed il senator Rucellai. Una cristiana filosofia mi detterebbe molte riflessioni, ma la filosofia mondana ancora rispetterà più il padre Franchi, che il senator Rucellai. Ascetismo a parte, questo era collerico, ardito, prepotente, impetuoso, quello umile, dolce, pieghevole, placido, senza pretensione; questo voglioso di far roba per i suoi, e di comandare, quello disinteressato, e affatto povero per aver dato tutto ai poveri, e premuroso di star nascosto, e ritirato; quello... E chi ardirebbe anteporre la sublimità del talento del secondo, alla povertà di cuore del primo, se pure era povero di cuore, mentre non era né stolido, né inetto, né sciocco? Taccia l'incredulo, ed in qualunque aspetto veda le cose, ami per il bene dell'umanità che vi sieno molti caratteri piuttosto come quello del padre Franchi, che come quello del senator Rucellai, il quale s'era un sovrano averebbe sparso molto sangue, s'era Papa averebbe con la spada impugnata predicato il Vangelo, e s'era un regolare sarebbe stato un intrigante per pervenire. Veramente ancor io vedo pochi buoni assolutamente buoni, ma fra questi mi pare certo che debba esser contato il padre Franchi. Sia questa testimonianza utile alla sua memoria anche per il tempo futuro.