A dì 14 detto venerdì. o
Fulmine, caduto sulla cupola del duomo. Avendo ieri sera seguitato il temporale ad infierire anche doppo la mezza notte, cadde un fulmine sulla lanterna della cupola del duomo, fra tramontana, e ponente, che strisciò per la medesima cupola ed entrò in chiesa facendo nella volta più aperture. La rovina dei marmi fu grande, ed arrivarono a sfondare il lastrico della piazza in più luoghi con arrecare della rovina al tetto della casa Gondi. In altre case ancora fece dei danni, e sulla cantonata di via de' Servi, in una bozza di pietra un pezzo di marmo penetrò, e s'internò come una palla di cannone, e vi rimase confitto. Altri scherzi si sono osservati, ed il male della fabbrica del duomo non sarà piccolo, benché per quanto ho veduto minore di quello che il popolo esagerava, il quale nella mattina è concorso in gran folla a vedere il successo. Io mi trovavo a scrivere quando venne il fulmine, e non mi spaventai troppo perché da qualche tempo in qua sono arrivato a possedermi più forse per disposizione di corpo che per altro, mentre in avanti tutte le mie riflessioni non giovavano.