Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume III (1775)

Volume Terzo » Diario » X 3 » [Dal 13 Ottobre] » p. 535

Mi diceva un amico che i monumenti sepolcrali sono indifferenti, e nulla significano. Io ne convenivo, perché chi sia stato un tale deve sapersi dalla fama pubblica, non da un epitaffio. Il Lami non meritava una sì bella memoria, più grandiosa di quella del Galileo che gli sta vicino. Era un cinico che si ubriacava spesso, e che andava di continovo all'osterie, viveva sudiciamente e d'avaro, non si vergognava di andare al mercato con la serva in galani, per il che i ragazzi inventarono una canzona, e all'ombra del suo sapere si era reso lecito quello, che disonorerebbe un altro, e lo rovinerebbe. Ho per segretario l'abate Giuliano Merlini che ha servito per alcuni anni il Lami, ed ha raccolti molti aneddoti che sono veri, e che giustificano essere gli uomini anche doppo morte soggetti alla fortuna, indipendentemente dal vero merito. La civetta sopra un ramo di ulivo collocato sotto la cassa in questo monumento per una novità senza esempio, dicesi dalla plebe ch'è appunto una delle serve ch'ebbe il Lami.