de' Giorgi Bertola olivetano, in morte di Clemente XIV).
A dì 3 detto sabato. ø
Tempo bello, ma poi turbato con pioggerella nella sera.
Troppe cose oggi giorno alterano la mia tranquillità, o sia debolezza di fibre, o sia elasticità di nervi, o sia altra causa fisica, e morale a me certamente incognita. Quasi tutto turba la mia esistenza, e la rende infelice. La filosofia non basta a tranquillizzarla, e non so procurarmi altrove dei rimedi, sicché bevo amaramente il mio calice lusingato alcun poco dalla speranza di migliori circostanze. Ecco nelle mie Efemeridi il processo della mia piccolezza. Forse, qualora molti si fossero presi la pena di stenderne delle simili con egual sincerità, resterebbero assai materiali per domare l'orgoglio umano. Ma i più non conoscono i propri difetti, e non sentono ciò che veramente sono nel vasto ammasso delle ragionevoli creature, come lo sento io forse per mia sventura, e più di quello che lo scriva.