Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume II (1774)

Volume Secondo » Diario » T 2 » Ottobre » p. 342

Abate Andrea Bartoli. Mi fa molta ammirazione l'abate Andrea Bartoli, mio amico di molti anni, dal vederlo ridotto ad una tetra malinconia supponendo degl'interni dolori nervosi che lo tormentano, e che lo riducono più taciturno, più cupo, più severo di quello che mai sia stato, benché altre volte abbia sofferti degl'incomodi. Egli osserva una rigida pietà, ed oggi l'ho trovato in un treno edificante studiando la Sacra Scrittura al suo tavolino. Mai ha avuto molto talento, ma ha applicato pertinacemente e per forza ha appresa la lingua ebraica, e la greca che va insegnando in questo Studio fiorentino. Io non gli presagisco lunga vita, ma morendo io lo decanterò per un ecclesiastico di rara probità, e di molte virtù. Mi rammento con piacere quando per alcuni anni lo ebbi per compagno nelle mie gite, e mi dispiace di non poterlo aver più, mentre per quanto il mio umore non sia il suo, nondimeno i buoni mi piacciono sempre quando gli ho attorno, ad onta di sentir mortificato il mio amor proprio, e gli venero più di coloro che mi divertono, e mi rallegrano.