alla col. 457 e seg., num. 29, senza risentimento. Monsignor Fabbroni non ostante se lo ebbe a male, e gli dispiacque che fosse rilevato che poco propriamente aveva scritto della vedova del dottor Cocchi ancor vivente paragonando lui a Socrate, e quella a Xantippe. Ciò ha fatto parlare moltissimo per la città, e ha dato luogo alla detta vedova di gettarsi ai piedi del sovrano per potersi difendere. I Novellisti annunziarono ancora venerdì scorso, col. 549, una lettera stampata dell'avvocato Marchetti contro monsignor Fabbroni per quel tanto che di suo padre, il celebre dottor Alessandro, aveva egli avanzato nella sua vita. Mantennero però una freddezza somma in tutte le loro frasi. La detta vedova ha ottenuto di far stampare ai Novellisti una lettera per sua apologia, di che ne ho prova autentica fra le mie carte per loro giustificazione, e se la medesima comparirà venerdì prossimo, come spero, allarmerà di più monsignor Fabbroni che ha sentita la sua imprudenza, e che ha tentato di non aver torto.
Ecco a quello che siamo