Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume II (1774)

Volume Secondo » Diario » Q 2 » [Dal 19 Agosto] » p. 318v

A dì 31 detto mercoledì. ø

Tempo buono.

Sono quarantaquattro anni che dormo, e che non so quello che sia il sonno benché vi abbia studiato. Quando sono stanco, passo dalla vigilia al sonno di lancio; quando il mio corpo è più vegeto, mi assopisco senza perdere il sentimento, e da questo stato mi profondo nel sonno, ma senza avvedermene. Lo stesso è in tutti. Che se noi non siamo conscii a noi stessi in quest'azione giornaliera, cosa possiamo dire della nostra esistenza? Cosa possiamo pensare della morte? Le facoltà dell'anima non restano affatto sospese nel sonno perché ci moviamo, parliamo, e diamo molti segni di vita; con tutto questo ella non regna, non comanda, ma servendo al corpo sospende la parte più nobile delle sue funzioni. Anche chi crede l'anima materiale non arriverà mai a spiegare com'essa si assoggetti alle circostanze del corpo, che periodicamente ha bisogno di ristorarsi col riposo. Se tutto dipendesse poi dall'organizzazione, resterebbe sempre a sciogliersi come quest'organizzazione nell'uomo produca delle idee astratte, sublimi ecc., ed in tutti gli animali non partorisca che delle funzioni vitali. Fatale oscurità.