bibliotecario del duca di Modena già gesuita, e che arriva all'anno 1300. Ella è una bella opera come tutta l'Italia accorda, ma io la ritrovo male scritta. L'autore, servendosi delle opere altrui più celebri, spesso non mostra di aver vedute molte cose. Spesso ripete le stesse notizie, i stessi pensieri, le stesse riflessioni. Spesso languido, e soverchiamente minuto stanca il lettore. Se i materiali cadevano nelle mani di una buona penna ci averebbero prodotta un'opera limpida, fluida, amena. L'autore non è punto filosofo, onde non ha punto rivestito il suo discorso con belle, e solide riflessioni. Con tutto questo gli dobbiamo saper grado della sua fatica, e dobbiamo desiderare che la termini. Allora sarà questo un corpo compito di cosa onorevole assai per il nostro nome, che quasi in un punto riunirà mille, e mille sparse notizie non facili a rinvenirsi