Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume II (1774)

Volume Secondo » Diario » O 2 » Agosto » p. 304v

che viveva verso la fine del XII secolo, scrivendo a Gaufroy, superiore di San Barba, gli dice: "statim ut litterarum vestrarum bajulum vidi, bustulam arripiens, non solum avide legi, et relegi, verum etiam scribendo manum retineri non potui" (Thesaurus novus anecdotorum, t. I, col. 516), e si pretende che detta voce nel Dizionario celtico si trovi appartenere a questo idioma. Comunque sia di ciò, gli antichi sapevano che delle sfere di vetro piene di acqua potevano servire ad ingrossare, ed a render leggibili le lettere più minute. Lo dice Seneca, Naturales quaestiones, lib. I, cap. 6: "Litterae quamvis minutae, et obscurae, per vitream pilam aqua plenam, et maiores clarioresque cernuntur", e la bustula poteva essere un simile istrumento. Di più gli occhiali antichi, o sia la bustula nel suddetto passo, non si dà per invenzione nuova, e francese, e più testimonianze si trovano da contraporre all'anonimo autore della lettera le quali portano che "ocularia", voce più