Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume II (1774)

Volume Secondo » Diario » I 2 » [Dal 18 Maggio] » p. 271v

prendono la forma di un lavoro privato, non volto ad un oggetto, non tessuto con del concerto, non sostenuto con dell'artificio, sicché più probabilmente si anderà a perdere, e sarà forse meglio per la mia memoria, se il concetto che i vivi hanno dei morti può influire nella sorte dei secondi. Se io fossi un grand'uomo, tutt'i miei pensieri sarebbero raccolti, ma io non lo sono. Ad esserlo contrasta la mediocrità del mio talento, e la mediocrità del mio studio, ma più il mio carattere non disposto per veruno estremo, e non suscettibile di veruno energico slancio dalla sfera in cui mi trovo collocato. Ecco la vera cagione della mia limitatezza, della tempera di ciò ch'esce dalla mia penna, tempera volgare, bassa, ordinaria; ecco perché il mio pennello non sa formare dei quadri ammirabili né per il colorito, né per il disegno; ecco il motivo per cui neppure arrivo a manifestare tutto me medesimo in quel grado a cui potrei arrivare, mentre il ritegno non mi permette fare uso di tutte quelle forze che ho, ed imprimere ne' miei parti quella maniera di originalità ch'è forse nel mio fondo, e nel mio spirito.