Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume II (1774)

Volume Secondo » Diario » F 2 » Aprile » p. 242v

Giovanni Domenico Tedeschi, sua gran memoria. Bisognava pure che avesse memoria singolare quel Giovanni Domenico Tedeschi, il quale (ivi, p. 414) scrive che nel tempo di sua prigionia nelli scuri di Venezia, essendo divenuto poeta, fece trecento sonetti sopra soggetti amorosi, eroici, morali e sacri ecc., senza carta, penna e libri, e li ritenne tutti a mente fino alla sua liberazione. Essi componevano il numero di 4.200 versi, e dal saggio che ne dà non sembrano affatto cattivi. Di che carattere fosse costui si ha da una lettera di Guido Bentivoglio, ove (ivi p. 409) dice ch'ebbe sempre umor peccante in loquacità, e prurito incurabile di mettersi in cose di stato, e che del resto la sua natura non poteva esser migliore. Egli non è rammentato dal Maffei negli Scrittori veronesi, benché parli di altri del medesimo cognome. Era cavaliere di San Marco, e nelle lettere già stampate di detto cardinale Bentivoglio si vede che questo porporato lo stimava, ed amava.

Tempo fosco, e piovoso a riprese nel giorno, e nella sera.

A dì 4 detto lunedì. o

Tempo vario, ma piuttosto tiepido, e ameno.