Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume II (1774)

Volume Secondo » Diario » E 2 » [Dal 10 Marzo] » p. 236v

se tutto è instabile? Perché con prepotenza tirare tutto il bene a sé, e torlo agli altri, quando l'ingiustizia anche doppo dieci anni d'assedio fu astutamente punita sopra l'inespugniabile Troia? Forse il possesso di un ben presente ci alletta nella distanza di un mal futuro possibile? Ma cosa è questo bene?

In mezzo alle delizie i rimproveri ci lacerano l'anima, e qualunque bene è una follia se va disgiunto dalla giustizia. Questa predica morale sarà derisa dai bei talenti, ma io penso, e scrivo per me, ed amo di trarre frutto da ogni cosa. Properzio, che ho citato, condisce con un sentimento sublime un amoroso lamento, ed io potrò meditare sopra tutto per mio privato vantaggio giacché "Mon méstier, et mon art, c'est vivre" (Montaigne, lib. II, cap. 6, t. IV, p. m. 25), e vivere è curar poco le cose di qua giù mentre "Magni saepe duces ecc.". Il male è che troppo spesso non sono lasciato vivere né per me, né per gli altri, tanto alcuni si baloccano nel tirare al bersaglio senza curarne la scelta.