Nello scorrere la Biblioteca d'Haller incontro bellissime opere di bottanica, e di agricoltura affatto sconosciute da noi perché scritte in tedesco, svezzese, olandese ecc. Un'accademia dovrebbe interessarsi a farle tradurre in una lingua più comune. Ogni giorno scema l'uso di scrivere in latino; cresce la cultura appresso quelle nazioni che noi dirozzammo, sicché ad onta di molte facilità di communicazione manchiamo di mille, e mille belle cose, che si scoprono, o si illustrano altrove. L'imparare le lingue vive quante sono è impossibile, e quando lo fosse perderemmo dietro alle parole quel tempo che possiamo meglio impiegare nelle cose. Ma ci vuole una società per ottenere l'intento di trasportare tutto il sapere settentrionale a noi di mano in mano che fa considerabili progressi, singolarmente nella storia naturale, che ora con passione di là dai monti si coltiva, e con impegno grandissimo.